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Studi 360


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Famiglia

Pubblicato in: A chi ci rivolgiamo |
La famiglia è un collegamento con il nostro passato e un ponte verso il nostro futuro.
(A. Haley)

Qualsiasi ruolo si ricopra all'interno di una famiglia possono emergere nell'arco della nostra vita delle esigenze di confronto in merito a problematiche ed eventi che ci troviamo ad affrontare dentro e fuori di essa.

La cellula fondamentale della famiglia è la coppia che vive ed attraversa diverse fasi che possono mettere in crisi la stabilità della relazione.

Il ciclo vitale della coppia si struttura in diverse tappe:

  • Formazione della stessa
  • Matrimonio e/o convivenza
  • Separazione dalla famiglia di origine per investire sul nuovo nucleo
  • Nascita di eventuali figli, con connesso cambiamento di ruoli all'interno e fuori dalla coppia
  • Crescita dei figli, che richiede una ridefinizione dei ruoli all'interno della famiglia (sindrome del nido vuoto)
  • Accudimento dei componenti della generazione precedente
  • Invecchiamento dei genitori e lutti nella famiglia allargata.

Questi momenti di passaggio possono innescare periodi di crisi che portano a una ridefinizioni dei ruoli e dei contesti della coppia ed eventualmente intervallarsi ad eventi straordinari come infertilità, tradimenti, malattie, problemi lavorativi e socio economici, lutti. Tali crisi possono esitare in una crescita o in una impossibilità di proseguimento del rapporto, portando a maturare la decisione di una separazione.

Durante tutti questi passaggi è importante poter trovare un sostegno che aiuti a rileggere e comprendere i cambiamenti in atto in modo da trovare nuovi adattamenti ed eventuali nuove consapevolezze rispetto al desiderio di proseguire il percorso di coppia. A tal proposito è importante anche poter trovare uno spazio di confronto, anche in fase di separazione, per una buona gestione della stessa passando attraverso un potenziale abbassamento della conflittualità.

Una delle naturali evoluzioni della coppia è l'arrivo di uno o più figli. Questo evento crea una grande gioia ma nello stesso tempo pone la coppia genitoriale di fronte a cambiamenti ed eventuali difficoltà:

  • L'acquisizione del ruolo genitoriale
  • La ricerca di stili educativi concordanti con la personalità del figlio
  • La ridefinizione della comunicazione e della qualità del rapporto all'interno del nucleo in rapporto alle fasi di crescita e/o ad eventuali eventi traumatici (handicap, malattie, ecc.).
  • L'individuazione e la comprensione di aspetti emergenti che possono rendere più difficoltoso il percorso maturativo (difficoltà scolastiche, difficoltà nella gestione di aspetti emotivo-relazionali).

Anche in tutte queste fasi è importante che il nucleo familiare possa trovare un sostegno per acquisire nuovi strumenti relazionali e sviluppare il potenziale esistente.

Bambini e Adolescenti

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Saper riconoscere e valorizzare le potenzialità evolutive è una condizione necessaria per sostenere il processo di crescita nei diversi momenti della vita.

Ci sono fasi dello sviluppo nelle quali i bambini possono manifestare degli atteggiamenti che preoccupano i genitori e li pongono di fronte a difficoltà sia nella loro comprensione, sia nella ricerca cercare delle strategie per affrontarli.

Esempi di queste situazioni le possiamo trovare nella vita di tutti i giorni.

Al momento dei pasti a volte i bambini si rifiutano di mangiare, accettano solo determinati cibi, possono impiegare molto tempo o divorare voracemente quello che hanno nel piatto, oppure vengono alimentati da un adulto anche quando si prevede che abbiano raggiunto autonomie in tal senso.

Può accadere che durante la giornata:

  • abbiano grosse difficoltà a separarsi dalla figura genitoriale per andare a scuola o alle attività sportive;
  • mostrino atteggiamenti di eccessiva sfida e noncuranza delle regole;
  • siano particolarmente agitati e necessitino di un eccessivo controllo;
  • possano accusare dei cali improvvisi nel rendimento scolastico;
  • si chiudano in loro stessi e abbiano difficoltà a creare relazioni significative con i pari;
  • dichiarino spesso di avere disturbi somatici (mal di testa, mal di pancia...)

Anche al momento del sonno, possono manifestare eccessive difficoltà ad addormentarsi, frequenti risvegli durante la notte, non riescire a dormire nella loro camera o avere frequenti episodi di enuresi.

I bambini attraverso i loro atteggiamenti e/o comportamenti spesso cercano di comunicare il loro stato d'animo, ed è normale per un genitore sentirsi preoccupato e incapace di leggere e contestualizzare eventuali segnali di un disagio interiore.

Anche nel caso degli adolescenti il percorso di crescita può essere frenato da problemi che possono emergere sia a scuola che a casa. Un figlio può "improvvisamente" :

  • chiudersi in sé stesso;
  • diventare irrequieto o aggressivo;
  • cambiare abitudini alimentari;

In questi casi, la difficoltà del genitore è quella di riuscire a capire se si tratta di una fase transitoria, tipica dell'età che sta vivendo, oppure segnali di un disagio specifico che non vanno sottovalutati.
Spesso un confronto con un professionista scioglie questi dubbi e consente di trovare una soluzione idonea ad affrontare l'eventuale problema attraverso percorsi che rispondano al tipo di domanda di aiuto formulata, coniugata con le esigenze e i bisogni familiari emersi in sede di consultazione.

Adulti

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Il benessere psicofisico, relazionale e sociale è uno stato dinamico che va ricercato, sostenuto e ripristinato ogni volta che interviene un cambiamento nella nostra vita.
I cambiamenti sono connaturati all'esistenza umana, sono continui e, anche se diretti ad una condizione migliore o comunque desiderata, rappresentano pur sempre un momento di disequilibrio psichico, nella misura in cui modificano lo status quo attuale, quello cui siamo abituati e nel quale ci sentiamo perciò più al sicuro.
Nello scorrere del tempo della nostra vita siamo sottoposti continuamente al rischio di vivere momenti in cui il nostro benessere può vacillare, in cui possono sorgere domande per le quali non troviamo una risposta o stati d'animo cui non riusciamo a dare una spiegazione e che, proprio per questo, rischiano di angosciarci per quella parte di non conosciuto che percepiamo.
Tutto ciò va ad alterare il nostro stato di salute, termine con il quale intendiamo proprio "uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale" (definizione dell'Organizzazione Mondale della Sanità), superando in questo modo il vecchio concetto di "assenza di malattia". Essere in salute non significa tanto non essere malati, quanto, piuttosto, esistere bene, stare bene (ben-essere) sotto il profilo psicologico, fisico, relazionale e sociale.
Sempre più spesso, infatti, succede che ci troviamo in condizioni di mal-essere, nel senso proprio del non saper stare bene con noi stessi e con il mondo che ci circonda, in assenza di un disagio specifico o di una psicopatologia definita.
È in casi come questo che un confronto con un professionista della salute mentale può rappresentare l'occasione per creare uno spazio-tempo riservato e tutelato nel quale portare, raccontare, il nostro disagio, che verrà accolto e riletto alla luce delle conoscenze specifiche psicologighe, pedagogiche e psicoterapeutiche, a seconda dei casi.
Sia che intervenga su condizioni di malessere generalizzato, sia che risponda alla richiesta di aiuto conseguente ad un disturbo specifico, il professionista della salute mentale lavora comunque avendo in mente il raggiungimento dell'obiettivo ultimo: favorire la conoscenza di sé dell'individuo, la crescita di capacità e risorse psichiche, oltre naturalmente alla guarigione del sintomo, attraverso un processo di autoriflessione ed autoesplorazione che non può che avvenire nel contesto di una relazione sicura ed autentica.

 

  • Professione: crisi professionale, mancanza di soddisfazione, fenomeni di burnout, cambiamenti di lavoro o mansione, difficoltà di rapporto con i colleghi e/o con la dirigenza, perdita del lavoro, pensionamento.
  • Cambiamenti nella condizione esistenziale: traslochi, trasferimenti, convivenza, matrimonio, separazione e divorzio, gravidanza, nascita, malattie, lutti.
  • Problematiche di relazione e comunicazione: rapporto con figli adolescenti, rapporto di coppia, disagi caratteriali quali timidezza, introversione, chiusura o, al contrario, esuberanza ed estroversione, che possono creare difficoltà nella relazione con gli altri.
  • Disturbi conseguenti a traumi e stress generici.
  • Disturbi dell'area scolastica e dell'apprendimento in età adultà.
  • Disturbi dell'area della dipendenza: disturbi alimentari e tabagismo.
  • Disturbi legati all'alterazione del tono dell'umore: stati depressivi.
  • Disturbi riguardanti ansia e condotte fobiche: ansia generalizzata o specifica, vissuti fobici specifici.

 

Gruppi e Istituzioni

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Leggere i bisogni, fare gruppo, adattarsi al cambiamento, valorizzare le risorse, progettare, valutare e raggiungere gli obiettivi sono alcune delle azioni fondanti lo sviluppo delle organizzazioni. Tutto ciò considerando che le condotte professionali sono guidate, oltre che da componenti razionali, da dimensioni emotive e inconsapevoli, individuali, relazionali e sociali, altrettanto fondamentali.
In questo ambito si applicano le azioni e gli interventi a carattere formativo, tesi a:

  • favorire la presa di consapevolezza del proprio agire professionale;
  • analizzare le componenti emotive sottostanti l'agire professionale;
  • sostenere l'elaborazione delle dinamiche relazionali;
  • analizzare le relazioni orizzontali (con i colleghi) e verticali (con la dirigenza e/o i dipendenti);
  • aiutare lo sviluppo di un pensiero critico e strategico;
  • creare uno spazio per il confronto con il proprio essere parte di un gruppo più ampio/istituzione generica.

Tutto ciò significa lavorare con e per i gruppi, che siano essi istituzionali o di altro tipo, dove per gruppo intendiamo un insieme di individui che interagiscono tra loro, influenzandosi reciprocamente, e che condividono interessi, scopi, caratteristiche e norme comportamentali.
Punto di snodo e contatto tra l'individuo e la società, ogni gruppo è caratterizzato da un sistema relazionale specifico che ne influenza lo sviluppo e le condotte ed è su questo sistema che si interviene con azioni a carattere formativo e/o terapeutico.
Gli interventi formativi e di supervisione sono diretti ai gruppi istituzionali in ambito:

  • scolastico (gruppi di insegnanti, di alunni, di genitori, peer education, sostegno didattico extrascolastico, riabilitazione e potenziamento cognitivo, orientamento)
  • sanitario (gruppi professionali omogenei, gruppi di reparto)
  • aziendale (gruppi dirigenti, gruppi dipendenti, gruppi misti)
  • sportivo (team building)
  • familiare (mediazione del conflitto)

Gli interventi terapeutici sono diretti a:

  • gruppo familiare (psicoterapia familiare)
  • gruppi monosintomatici (elemento di legame è la presenza dello stesso sintomo)
  • gruppi di crescita e sviluppo (elemento comune è il desiderio di conoscersi meglio e di potenziare le proprie risorse e capacità di affrontare gli stress ambientali)

Superando una differenziazione in base alla problematica o esigenza, possiamo anche distinguere i gruppi formativi, di supervisione e terapeutici a seconda del metodo utilizzato.
Avremo quindi:

  • gruppi di DMT (DanzaMovimentoTerapia) basati sull'utilizzo e sulla presa di contatto con il corpo in una relazione costante mente-corpo;
  • gruppi di Psicodramma Analitico, basati sull'utilizzo del gioco inteso come messa in scena, all'interno del gruppo, delle proprie tensioni interiori e/relazionali;
  • gruppi di trattamento basati sulla parola e sulla dinamica relazionale tra i membri.
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