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Studi 360


Aree: Topic

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Diagnosi e terapia

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Il termine diagnosi deriva dal greco dia-gnosis ovvero "conoscenza ottenuta attraverso" (quindi conoscenza di qualcosa potendola distinguere da altre); ma anche da diagignoskein ossia "distinguere" (dia, "attraverso", e gignoskein, "arrivare a conoscere").
Scopo della diagnosi è raccogliere il maggior numero di informazioni circa la soggettività e l'unicità dell'individuo, primariamente attraverso la costruzione di un rapporto interpersonale che permetta la comprensione del sintomo e l'accesso alle cause sottostanti, ossia agli elementi che compongono l'intera struttura di personalità del cliente.
La diagnosi è un processo dinamico che dipende strettamente dalla costruzione di una relazione personale autentica tra psicologo e cliente, dalle modalità dell'incontro tra loro e dalle capacità del primo di entrare in contatto con i processi inconsci sottostanti e di sentire risuonare dentro di sé la condizione sperimentata dall'altro. Solo all'interno di una tale relazione, infatti, è possibile ascoltare la narrazione del cliente, restituendovi senso, e mettere in atto un corretto processo di valutazione clinica al termine del quale co-costruire un eventuale progetto di intervento, che al quel punto sarà fortemente individualizzato, ossia elaborato a partire dalle caratteristiche uniche e irripetibili che connotano l'individuo.

Dislessia, disortografia e disgrafia, discalculia hanno la particolare caratteristica di coinvolgere uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Ciò significa che per avere una diagnosi di dislessia, il bambino NON deve presentare: deficit di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o neurologici.
Fondamentale per una restitutio ad integrum in questo campo è la diagnosi precoce, quindi la tempestività dell'intervento con una presa in carico non solo del bambino o del ragazzo, ma del sistema familiare nel suo insieme. Il mancato o tardivo riconoscimento di un DSA può implicare una sequenza di eventi negativi, che possono manifestarsi con vissuti di inadeguatezza e frustrazione, conflitti emotivi, disinvestimento progressivo nell'esperienza scolastica.
Per la valutazione dei DSA e dei disturbi più spesso compresenti (disturbi del linguaggio, dell'attenzione e dell'iperattività, della coordinazione motoria, psicopatologici ecc.) si impiegano specifici test atti ad indagare non solo le abilità strumentali di lettura, scrittura e calcolo, ma anche la funzionalità dei processi cognitivi (intelligenza generale, memoria, attenzione, linguaggio, percezione e abilità prassiche), nonché il profilo del funzionamento globale del bambino/ragazzo.
In caso di accertamento e riscontro di DSA verrà stilata una relazione ove saranno specificate le eventuali misure compensative e dispensative da proporre alla scuola in un'attività integrata che possa portare alla stesura di un eventuale PEI (Piano Educativo Individualizzato).
L'intervento potrà essere esteso alla progettazione e alla programmazione degli interventi riabilitativi più indicati in relazione al singolo caso.

Metodologia che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destra/sinistra per ristabilire l'equilibrio eccitatorio/inibitorio, provocando così una migliore comunicazione tra gli emisferi cerebrali. Si basa su un processo neurofisiologico naturale, legato all'elaborazione accelerata dell'informazione.
L'EMDR vede la patologia come informazione immagazzinata in maniera disfunzionale, solitamente in conseguenza di un evento "traumatico" che disturba l'equilibrio eccitatorio/inibitorio necessario per l'elaborazione dell'informazione, che resta così "congelata" nella sua forma ansiogena originale, nello stesso modo in cui è stata vissuta. I movimenti oculari saccadici e ritmici, usati con l'immagine traumatica, con le convinzioni negative e con il disagio emotivo associati facilitano la rielaborazione dell'informazione fino alla risoluzione dei condizionamenti emotivi.
Modalità terapeutica elettiva per il trattamento del Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS), attualmente è un metodo ampiamente utilizzato per il trattamento di varie patologie e disturbi psicologici in tutte le età della vita.
L'EMDR è usato fondamentalmente per accedere, neutralizzare e portare ad una risoluzione adattiva i ricordi delle esperienze traumatiche che stanno alla base di disturbi psicologici attuali del paziente:

  • piccoli e grandi traumi subiti nell'età dello sviluppo;
  • eventi stressanti nell'ambito delle esperienze comuni (lutto, malattia cronica, conflitti coniugali, cambiamenti di vita);
  • eventi stressanti al di fuori dell'esperienza umana consueta quali disastri naturali (terremoti, inondazioni) o provocati dall'uomo(incidenti, violenze).

Formazione aziendale

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Si tratta di un ambito specifico della formazione che riguarda, all'interno di un sistema produttivo, l'area di sviluppo delle risorse umane, nelle due diverse e parallele accezioni: aumento delle conoscenze e miglioramento del clima di lavoro.
La formazione si attiva solitamente quando un'azienda attraversa un cambiamento, una ristrutturazione e/o vuole dare al proprio personale (risorse umane) delle competenze nuove e diverse dal passato.

Si tratta di un metodo di lavoro, individuale e/o di gruppo, che ha lo scopo di creare uno spazio/tempo nel quale un operatore o una equipe possano riflettere sul loro operato. Nelle sue diverse possibili modalità di attuazione, essa rappresenta una dimensione necessaria per condividere e orientare il proprio expertise, permettendo di raggiungere e mantenere un adeguato grado di efficacia ed efficienza dei propri interventi.
La supervisione consente di esprimere, comunicare ed entrare in contatto in modo protetto con gli aspetti emotivi connessi al lavoro e con i nodi critici della relazione con gli utenti e con le organizzazioni in cui si è inseriti, creando un'occasione organizzata e "pensata" per riflettere su come intervenire nei vari contesti, mantenere un adeguato livello motivazionale e prevenire fenomeni di burnout.
La supervisione, fornendo la possibilità di elaborare la propria esperienza, costituisce un momento significativo di formazione e sviluppo professionale e rappresenta una forma di tutela indispensabile per la salute degli operatori impegnati in professioni di aiuto e, di conseguenza, anche per quella delle persone con le quali lavorano.

Esperienze di gruppo in cui i partecipanti sono accomunati dallo stesso problema e dunque si riuniscono periodicamente per parlare, condividere ed aiutarsi reciprocamente.
I problemi possono essere fisici, legati a una malattia (es. gruppo pazienti oncologici), possono essere inerenti comportamenti di dipendenza, riguardare esperienze di lutto (Gruppi AMA sull'elaborazione della perdita).
I gruppi di Auto Muto Aiuto possono coinvolgere pazienti e/o i famigliari di pazienti in carico ai diversi servizi
Solitamente i gruppi sono condotti da uno o due facilitatori che hanno il compito di agevolare i processi di crescita e di cambiamento del gruppo.
I facilitatori non devono obbligatoriamente avere una formazione psicologica e i partecipanti possono frequentarsi al di fuori del gruppo, anzi uno degli obiettivi dei GAMA è proprio quello di utilizzare il gruppo per consolidare nuove relazioni e condividere esperienze all'esterno.

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