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Studi 360


Aree: Topic

Aree: Topic (26)

Progetto Maipiufumo

Il trattamento psicoterapeutico integrato breve della dipendenza da nicotina è rivolto alle persone con dipendenza da nicotina che abbiano una sufficiente motivazione al cambiamento. Il trattamento è frutto di anni di studio e applicazione ed integra conoscenze, contributi e strumenti che provengono dalle Neuro-Scienze, dalla Psicodiagnostica, dalla Psicologia Dinamica, dalla Programmazione Neuro Linguistica, dall'EMDR (linkare?), dal Rilassamento Dinamico Progressivo, dall'Approccio Transteoretico e dalla Naturopatia.
Dopo una prima fase di valutazione e di psico-educazione, chi fuma viene aiutato ad individuare e modificare le convinzioni e gli schemi che mantengono imprigionati nella dipendenza dalle sigarette. Successivamente, attraverso l'installazione e il potenziamento delle risorse psicologiche e l'apprendimento di nuove abitudini comportamentali, chi fuma sviluppa una nuova visione di sé e del proprio comportamento, insieme alla forza di potersi astenere dal fumo senza eccessivo sforzo o senso di sacrificio e ritrovando invece un migliore grado di autostima e una sensazione di libertà e benessere.
Il trattamento non si limita ad intervenire sulla dipendenza fisica dalla nicotina, ma analizza le componenti psicologiche della dipendenza e mira ad attivare le potenzialità di ogni persona. Sono richieste mediamente sei - otto sedute esclusivamente individuali che si svolgono nel corso di alcune settimane. A chi fuma viene richiesta una partecipazione attiva al fine del mantenimento del successo dell'intervento. Le eventuali ricadute possono essere risolte rapidamente se il paziente contatta tempestivamente il professionista.

Lo stress è un fenomeno che può riguardare ogni luogo e ogni lavoratore, indipendentemente dalle dimensioni aziendali o dalla mansione svolta. Individui diversi possono reagire differentemente a situazioni simili, poiché lo stress infatti "non è uno stimolo, non è neppure una risposta, è parte di un sistema complesso e dinamico di interazione dell'individuo con il proprio ambiente" (Lazarus, 1966), è quindi dipendente dal significato attribuito allo stimolo sulla base di processi percettivi individuali.
La valutazione dei fattori di rischio stress lavoro-correlato deve avvenire secondo quanto previsto dall'art. 28, comma 1-bis del Decr. leg.vo 81/08 e successive modifiche, che rinvia alle indicazioni della Commissione Consultiva Permanente per la Salute e Sicurezza sul Lavoro emanate il 18/11/2010 e quindi di fatto operative: il documento indica un percorso metodologico che rappresenta il livello minimo di attuazione dell'obbligo di valutazione del rischio da stress lavoro-correlato per tutti i datori di lavoro pubblici e privati. Tale valutazione è parte integrante della valutazione dei rischi e viene effettuata (come per tutti gli altri fattori di rischio) dal Datore di Lavoro avvalendosi del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) con il coinvolgimento del medico competente e previa consultazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS/RLST).
Affrontare il problema dello stress lavoro-correlato può portare ad una maggiore efficienza e ad una migliore salute e sicurezza sul lavoro, con il conseguente beneficio economico e sociale per le imprese, per i lavoratori e per l'intera società.
Se, attraverso la valutazione, viene identificato un problema di stress da lavoro, occorre agire per prevenirlo, ridurlo o eliminarlo. Spetta all'imprenditore la responsabilità di definire misure appropriate, che debbono essere portate avanti con la partecipazione e la collaborazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti e con le competenze necessarie per attivare un cambiamento. Entra qui in gioco lo psicologo consulente esterno come figura che si occupa della realizzazione del processo di valutazione e delle eventuali successive azioni di prevenzione o di riduzione del livello di rischio.

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